Una nuova Governance per l’oggi e un nuovo ruolo per il manager.

Molto sta cambiando nelle aziende, sia nelle Multinazionali sia nella PMI.

Realisticamente si può pensare che le grandi Aziende ne siano facilitate in quanto estremamente strutturate. Diversa parrebbe la situazione delle PMI che, spesso, si barcamenano tra dinamiche ed equilibri instabili su cui poco agiscono e impattano flebili policy.

Ma non è sempre così. La differenza, ogni volta, la fanno i Manager che lavorano nelle diverse Organizzazioni e che debbono farsi carico di una nuora realtà perché:

–  La crisi, che è ormai strutturale, sta cambiando il sistema economico e produttivo

– Il tempo e lo spazio si vanno ridefinendo

– La velocità e l’incertezza sono tratti fondamentali e totalizzanti delle Persone e delle Imprese

–  L’interdipendenza di vari fattori (economici, sociali, ambientali, ecc..) e la complessità delle variabili incidenti rendono tutto meno definibile, distinguibile e prevedibile.

…e il Manager si trova in una posizione sempre più scomoda e complessa che, sino a un paio di decenni orsono non era nemmeno ipotizzabile.

Pertanto, se vuole mantenere quella leadership cui era da sempre abituato, visto che il suo mondo è in continua e rapida evoluzione, deve appropriarsi di nuovi strumenti quali, per esempio, la multidimensionalità, l’interdipendenza, e la contaminazione delle conoscenze.

In altri termini, dovrà essere attore di nuove forme di apprendimento, essere aperto a ciò che non conosce, e, piuttosto che riaffermare e aggiornare le proprie competenze, esplorarne nuove entrando in quello spazio che taluni definiscono “ignoranza costruttiva”.

Utilizzando uno slogan:“si al coraggio e al nuovo,  no alla paura e al riciclo” e questo prescinde dalla dimensione dell’Organizzazione.