Teoria X o teoria Y

Douglas McGregor, docente al MIT, propose queste due teorie.

Sono X le Persone che evitano, per definizione, la fatica e l’impegno e su cui le uniche leve che funzionano sono la remunerazione e la sanzione

Sono Y, al contrario, le Persone che, naturalmente, hanno propensione per l’autodeterminazione, la responsabilità e il raggiungimento di qualcosa di più grande e, per questo, agiscono sulla base di queste leve.

Questa teoria ha permesso agli scienziati comportamentali, sulla base di una categorizzazione, di suddividere il lavoro in due tipologie:

– Algoritmico, che consiste nel seguire una serie di istruzioni e procedure per arrivare a un risultato già predeterminato

– Euristico, che all’opposto si caratterizza per ricercare nuove soluzioni in piena autonomia e grazie alla creatività individuale.

Semplificando, un cassiere del supermercato lavora secondo un modello algoritmico, un creativo della pubblicità utilizza un approccio euristico.

A questo punto una domanda è semplice; siccome il mondo dell’economia (lo ha detto recentemente anche McKinsey) premierà sempre più, in termini di fatturato e di occupazione, le aziende con contenuti e attività fortemente creative, come faranno molte aziende (aimè anche italiane) a sopravvivere visto che il modello di gestione delle risorse umane è fondato sul modello X e sul lavoro algoritmico?

Certo il “bastone e la carota” sono perfetti per gli “Algoritmici” ma come la mettiamo per gli “Euristici”? Con essi sarà controproducente e fallimentare. Daniel Pink, esperto di teorie motivazionali si chiede: se l’uomo è naturalmente portato all’autonomia (desiderio di controllare la propria vita), alla padronanza (migliorare se stesso) e a un senso di scopo (impegnarsi per qualcosa più grande di noi) ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione copernicana?

Introduce, inoltre, il tema della motivazione rispetto agli X e agli Y che definisce:

• La Motivazione 2.0 che è alimentata da desideri estrinseci ed è più propensa a valutare le ricompense esterne

• La Motivazione 3.0 che è fondata su un comportamento che trae soddisfazione intrinseche, ciò di chi fa qualcosa perché piace, con un livello di partecipazione e ingaggio altissimo

 Alcuni esempi di motivazione 3.0 sono famosissimi; Wikipedia, Linux, Firefox….e altri innumerevoli open source….

Cosa spinge milioni di persone a lavorare gratuitamente per arricchire un’enciclopedia piuttosto che impegnarsi per realizzare un software utilizzato da milioni di aziende?

Hanno fatto voto di povertà?

Non credo proprio… Partecipare ed essere riconosciuti per aver contribuito a questi progetti, accresce la loro reputazione e migliora le loro competenze, il che li rende più appetibili sul mercato.

Questo dovrebbe illuminare molti anche perché i i risultati prodotti dalle aziende che hanno introdotto prassi manageriali e modelli organizzativi che facciano leva su Motivazione 3.0 evidenziano efficienze ed efficacia lavorative nettamente migliori.