Ritorno all’anonimato. Facebook lancia Rooms!

ritorno all’anonimato e al passato, facebook ripropone la chat anonima e privata.

Al momento disponibile solo in Usa, è una nuova app che consente di interagire con altri utenti in gruppi chiusi e senza rivelare il proprio nome. In un’era in cui di privacy ce ne è ben poca, grazie sopprattutto ai social, facebook fa un salto nel passato, dove nel web vigeva l’anonimato, e lancia Rooms, stanze private a identità libera.

Nell’ultimo periodo troppe le polemiche che hanno visto il famoso social come protagonista e alla fine Facebook ha dovuto cedere alla moda (tendenza, necessità?) dell’anonimato online. Anzi, dello pseudonimato. Così nasce un’app stand alone battezzata Rooms, un programmino diverso dal Facebook ufficiale, da scaricare a parte (per ora solo iOs e in Usa, Uk e pochi altri Paesi anglofoni) e installare utilizzandolo secondo una grammatica e un obiettivo diverso. Ma il marchio è quello: Facebook Creative Labs, la fucina delle idee di Menlo Park da cui sono sbocciati anche Slingshot, Paper e Mentions.

Ma che cos’è Rooms? Rooms è uno spazio in cui si possono creare spazi di discussione e discutere di temi diversi, notizie, viaggi, interessi comuni. Proprio come nelle vecchie chat le conversazioni sono pubbliche, l’amministratore della `stanza´, come un moderatore, può decidere chi ammettere alla discussione. Altro dato interessante, viste le recenti diatribe sull’identità degli iscritti al social network, è che Facebook permetterà di usare pseudonimi. All’interno di Rooms sarà possibile pubblicare anche foto e video. Al momento l’app è esterna, cioè totalmente scollegata al social network ed è disponibile solo sull’App Store Usa.

Il punto di partenza – lo ha spiegato il product manager Josh Miller in un post ufficiale – è recuperare il sapore delle vecchie “stanze” delle chat paleoweb, dei forum e delle bacheche reinventandole e collegandole alla Rete di oggi. Che, in particolare per un certo genere di fruizione e certe fasce d’età, è fondamentalmente e sempre più mobile. “Erano posti in cui ciò che dicevi contava più di dove fossi o di quanto ne sapessi – dice Miller – Rooms ti consente di aprire luoghi per parlare delle cose che ti appassionano e invitare altri a discuterne”.

La notizia vera, però, è un’altra. Cade una delle clausole più dibattute incluse nei Terms of use di Facebook: non serve utilizzare il proprio nome e cognome reali. Proprio come nelle chat di vent’anni fa – ma in fondo anche in molte piattaforme odierne – se ti va, scherza Miller, “puoi anche essere Wonder Woman”. Insomma, niente più polemiche: ora gli utenti di Facebook ma anche chi non è registrato al sito principale (non serve un account, si accede con meccanismi diversi) ha un proprio spazio di libertà assoluto. “Nella stanza sulle discussioni tecnologiche sono ‘Josh’ – racconta Miller – ma in un’altra in cui si parla di viaggi zaino in spalla sono ‘jm90403’, in omaggio al codice di avviamento postale della mia città natale. A volte mi va di usare il mio vero nome altre preferisco un nickname. Dipende”.

Un ulteriore passo verso il futuro o nostalgia del passato? Staremo a vedere!