Multitasking tra leggenda e realtà.

Uno dei miti dell’era digitale, l’essere multitasking, è in discussione…. Parrebbe che chi fa più cose contemporaneamente, in genere le fa tutte male.

Di questa affermazione certamente ne è convinta la Stanford University che già nel 2009 aveva pubblicato un lavoro che sosteneva questa tesi. In sintesi lo studio sosteneva che il nostro cervello non è programmato per processare più attività contemporaneamente ed è quindi più efficace se ci dedichiamo a una cosa per volta. Non solo, essere multitasking peggiora l’efficienza perché non solo diventiamo più lenti nel passare da una situazione a un’altra ma, anche, perdiamo la capacità di distinguere le informazioni importanti da quelle irrilevanti. Come non bastasse, a dare un’ulteriore “condanna” è stata pubblicata recentemente dalla University of London una ricerca che afferma che dedicarsi a più attività contemporaneamente abbassa il quoziente intellettivo!!!! Certo contano anche le modalità; essere multitasking “moderatamente”crea, ovviamente, minor rischi.

L’affossamento decisivo arriva dall’ Universy of Sussex che dimostra che certi danni sono irreversibili. Analizzando con la risonanza magnetica il cervello di persone che passano il tempo utilizzando diversi strumenti digitali contemporaneamente, si è visto che la densità della corteccia anteriore cingolata è minore rispetto al campione di riferimento e quest’area è responsabile del controllo emotivo e cognitivo e dell’empatia.

Se così fosse, pensiamoci bene quando, magari, scriviamo un’importante mail mentre siamo occupati in una riunione. Secondo quanto ci dicono i lavori di queste riconosciute Università il nostro “prodotto” sarebbe pessimo….