Lavoro: buone e cattive notizie per i giovani

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I giovani e il mondo del lavoro

Il tema è la preparazione dei giovani e di conseguenza, il loro grado di appeal verso il mercato del lavoro. Per ragionarci, recuperiamo dati da due importanti fonti: Ocse e Asfor

Ocse riprende il rapporto 2015 di Oecd (acronimo francese dell’equivalente Ocse) e afferma che gli italiani sono in fondo alla classifica nelle competenze spendibili,  per il tasso di disoccupazione (52,8%) e per il maggior numero di Neet (coloro che non studiano, non lavorano e non partecipano a corsi di formazione) che sono il 26,1%.

Su competenze specifiche emerge che siamo terzultimi nel mondo per la padronanza della matematica (peggio solo Spagna e USA) e ultimi per la capacità di comprensione e stesura di testi scritti. Altri preoccupanti indicatori sono la bassa percentuale di giovani che proseguono gli studi dopo la frequentazione della scuola secondaria (22,7%) e il calo del 4,23% degli iscritti all’Università(2015 su 2014).

Ben altra positività ci trasmette Asfor (Associazione Italiana per la Formazione Manageriale): l’alta formazione è la risposta concreta alle negatività raccontate da Ocse e garantisce sicurezza del “posto di lavoro”, maggiori guadagni e la concreta possibilità di non emigrare per lavorare (ma se lo si vuole fare, si è avvantaggiati).  Particolarmente importante quest’ultimo dato perché dimostra che, anche in un mercato quale quello italiano di questi tempi non particolarmente florido,  le Persone con determinati requisiti sono appetite e assunte.

Per coloro che si iscrivono con l’obiettivo di fare carriera, i risultati sono altrettanto positivi come si dimostra il report che coinvolge 750 partecipanti.Alcune percentuali di professionisti che hanno migliorato la propria posizione lavorativa:

il 35,5 % dei Consulenti

l’8,5 % dei Quadri

il 47,1 % degli Impiegati

il 32 % dei Disoccupati (sono stati assunti)

il 58,5 % di manager di Alto livello

La conclusione è semplice; non è complicato individuale la variabile predittiva, per i giovani, di un futuro “facile o difficile” e si chiama: livello delle competenze acquisite e agite

Il Dottor Solerio ha scritto per voi questo post

Credits by Flickr: Enrico Letta (Creative Commons)