La retorica del successo
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La quotidianità lavorativa è fatta per la maggior parte di parole; questo porta ad attivarci affinché si possa essere efficaci e al contempo, gradevoli e attrattivi
Per questo motivo, ovvero per imparare anche dagli altri, mi sono imposto di ascoltare sempre con molta attenzione. Ho constatato che spesso le persone che ascoltavo erano ben preparate, avevano obiettivi chiari, il linguaggio era corretto rispetto alla tipologia degli interlocutori, la gestione dei tempi congruo, il contesto e molti altri fattori presidiati, ecc… ma qualcosa mi mancava per essere soddisfatto!!
La lettura di un recente articolo mi ha aiutato a capire…
L’articolo è stato pubblicato dal “Sole 24 Ore”, “I segreti retorici: ripetizioni e casi concreti” e verteva sull’analisi del linguaggio usato dal nuovo Presidente della Repubblica in occasione del suo giuramento.
L’obiettivo di Mattarella era di porsi come “garante della Costituzione” e per far passare il messaggio, ha “giocato” su una figura retorica: l’anafora, che consiste nel ripetere più volte una parola o un’espressione.
La parola più utilizzata è stata “significa” (16 volte) e non, come si potrebbe pensare “Costituzione” (9 volte) perché proprio il continuo riprendere il verbo valorizzava il concetto che doveva essere espresso.
Un altro esempio di come l’utilizzo di un linguaggio studiato possa avere effetti dirompenti è una sola, semplice frase di quello che è stato universalmente riconosciuto essere uno dei discorsi più efficaci del XX secolo: “I have a dream” dove Martin Luther King utilizzando un’altra figura retorica, non solo ripete ossessivamente una frase ma aspetto ancor più emozionante e coinvolgente, descrive visivamente in 4 parole, un futuro di libertà in cui tutti i bambini americani potranno giocare insieme.
In conclusione: essere capaci di “forzare” un termine o trasportare il discorso dal livello astratto a quello concreto è una sfumatura che fa la differenza!
Credits by FLickr Juan Pablo Colasso e JD Hancock (Creative Commons)