FAD per ECM: migliorare l’efficacia è possibile
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La FAD, presente da molti anni ma sviluppatasi rapidamente dal 2012 quando furono introdotte procedure codificate e dato valore legale (ECM), sta vivendo un momento di riflessione.
Come spesso accade, inizialmente ha suscitato eccessive speranze e, successivamente è stata giudicata con esagerata severità.
Certo è che, oggi, si può fare il punto e cercare di capire come potrà svilupparsi.
A suo favore indubbiamente ci sono alcuni aspetti:
– Il tempo e la flessibilità che permette: si può realizzare quando e dove si vuole;
– I costi: se si utilizza un numero di utenti “razionale” (non servono numeri oceanici ma attenzione ai piccoli gruppi..) ha un costo imbattibile;
– La semplicità di utilizzo: la tecnologia si è molto semplificata e l’utilizzo della piattaforma è veramente semplice e intuitivo;
– La possibilità che possa essere erogata in moduli separati e “a tema”;
– La pluralità dei sistemi formativi che attraggono e non annoiano (lettura, audio, video, collegamenti ad-hoc, ricerca web);
– La possibilità di auto valutarsi senza temere il giudizio.
In cosa può migliorarsi:
– Nella creatività: molte volte si ha la sensazione di “vecchio e polveroso”. Coinvolgere grafici creativi sarebbe un grosso vantaggio;
– Nel linguaggio: ottimi contenuti sono penalizzati da un linguaggio inidoneo. Imparare attraverso la lettura di una pagina di un libro sottende a criteri diversi rispetto all’utilizzo dell’informatica;
– Nella forma di proposizione (la FAD tradizionale incomincia a mostrare qualche segnale di cedimento).
A proposito dell’ultimo punto crediamo che le forme blended, un misto di residenziale e FAD tradizionale, possono rivelarsi una proposta vincente. Vanno pensate e gestite in singoli progetti, sono decisamente più complicate rispetto alla FAD tradizionale, determinano un’organizzazione più articolata, impegnano in modo più complesso i Discenti e i Docenti ma, certamente, danno ottimi riscontri sull’apprendimento.