Negozi tradizionali o ecommerce? Una proposta “salomonica” di Zara: i pop-up store

Sino a qualche anno fa ci sentivamo sereni e cautelati solo se avevamo la persona e/o il negozio di riferimento oggi, se non abbiamo fatto almeno qualche esperienza con l’ecommerce, ci percepiamo come fuori dal coro, inadeguati, guardati come neanderthaliani.

Le mezze misure non ci appartengono.

Fermiamoci un attimo, astraiamoci dalla nostra visione e analizziamo alcuni dati che ci aiuteranno a formarci un pensiero più nitido; partiamo dall’ecommerce perché più trendy, più di moda e meno conosciuto; per differenza valuteremo, poi, il canale tradizionale.

L’ecommerce vale nel 2017, in Italia, 26,3 miliardi (+17% sul 2016).
I prodotti (informatica, elettronica, abbigliamento vario, food, ecc..) fatturano 12,4 miliardi e hanno superato, per la prima volta i servizi (turismo, trasporti, eventi, ecc..) che si sono fermati a 11,4.
Per avere ordini di grandezza facilmente comprensibili, benchè l’ecommerce sia in costante crescita, rappresenta solo il 5,7% degli acquisti totali.
Quali le caratteristiche dei due canali?
L’ecommerce; è semplice, flessibile, pratico, comodo, senza vicoli di tempo, non crea disagi logistici, è divertente, proietta in un mondo globale, è conveniente, ecc.. Ma manca l’interazione fisica, l’esperienza sensoriale, rapporto di fiducia, il “portare a casa subito”, la consulenza, la personalizzazione e si verificano alcuni errori (taglie, colori, consegna)
Canale tradizionale; esattamente l’opposto; alcune scomodità, prezzo meno competitivo ma quanta relazione/consulenza/vicinanza e immediatezza.

La soluzione migliore? Probabilmente non esiste.
Forse per taluni prodotti l’e.commerce è già il futuro mentre, per altri, i vantaggi del “tradizionale” si manterranno ancora a lungo anche perchè decenni di cultura non si cancellano in poco tempo.
Intanto, vi raccontiamo di una modalità innovativa che, forse, mette insieme, in modo salomonico, le due visioni.

Zara ha inaugurato a Milano il 17 aprile il secondo negozio (il primo a Londra a fine gennaio) “pop-up store” che offre una selezione di capi di abbigliamento femminili (visibili, toccabili, da provare, presenza e consulenza delle commesse, ecc), il cui acquisto viene effettuato online direttamente in store dove, peraltro, si può comprare anche il resto della collezione Zara.
Lo staff è inoltre dotato di dispositivi mobili per assistere il cliente e, a completare il servizio, c’è la possibilità di cambi e restituzioni.
In sintesi, parrebbe, solo i plus di entrambi i canali.

Che ne pensate?
Vi piace?
Sarà il modello vincente nei prossimi anni?

Approfondimento a cura di Mario Solerio